Cominciamo dal fondo.
I sacchi pieni di sabbia, accatastati ancora sul ponte e lungo gli argini del Tramigna mi accolgono a Soave come fossimo in trincea. Li vedo anche vicino alla chiesetta romanica di S.Giorgio (attaccata all’abitazione della famiglia della Pierina), che da sola varrebbe un intervento per salvarla dai continui allagamenti.
La Pierina (che non si chiama Pierina), riceve i soldi raccolti da GustaModena e dalla mia associazione, ringraziando tutti con gli occhi lucidi e un po’ tristi. Altri commercianti hanno dovuto chiudere. Intanto si vive così, alla giornata, nell’attesa di qualche intervento concreto di chi di dovere, sperando che non piova per due giorni e mezzo filati, altrimenti si va sotto ancora.
A Modena, alla Pomposa, qualche ora prima, ci accoglie un Soave Cà Rugate, opportunamente portato in tavola da Marcello Fritt, che ho finalmente il piacere di conoscere.
Siamo in quattro a mangiare, con me c’è il Gi, Reginalulu e lo Zio.
Sento chiaro lo Zio che dice, testualmente, abboccando con la lingua contro il palato: “Colore giallo paglierino. Naso fine e delicato di fiori dolci di campo: camomilla, sambuco, iris. Palato gradevole, con retrogusto di mandorla dolce.” Non ci volete credere? Beh... adesso, le parole esatte forse no... però... siamo lì... Fa 12° gradi, è di una cantina di Montecchìa di Crosara, vicino a Soave. Non è un vino di eccezionale levatura, un po’ troppo fermo per me, ma va giù comunque senza ostacoli, buono. La bottiglia da 1,5 lt., quasi piena, si svuota pressoché del tutto.
L’Osteria della Pomposa è già stata sufficientemente descritta, ambiente interno semplice, bagni puliti, mattonelle del pavimento giallo blu (la qual cosa non dispiace a chi, come me, è affezionato a questi colori... ) e pareti, se non ricordo male, di un giallo carico. Le salette dentro sono due, non tanto grandi, ma, vista la bella giornata di sole, noi ci sistemiamo nel plateatico fuori, sotto gli ombrelloni beige, a contatto con la gente che passa nella piazza. Molto suggestivo mangiar lì fuori... penso che di sera, con la buona stagione, sia eccezionale, ancora meglio.
E’ la prima volta che incontro anche Luisa, ed è estremamente piacevole per me condividere il mangiare con chi spesso ho condiviso tante altre idee, sul sito e fuori.
Il buon Marcello ci mette lì un paio di piattini di fettine di salame, piccolo e stagionato, molto buono per me, abituato a salami più grandi e meno secchi, più da soppressa. Incominciamo subito a broccare il salame, nell’attesa delle cozze (che erano appena arrivate, assieme alle vongole, e che quindi ci erano state consigliate), mentre Gi e lo Zio, messi opportunamente uno in fronte all’altro, iniziano la loro personalissima disputa a suon di battute reciproche.
Molto gentilmente, in seguito alla mia precisa richiesta e curiosità, la moglie (spero sia giusto... o la donna, altrimenti qua mi scavo la fossa... ) del Frittella ci porta una ciotola piena di grosse scaglie di “Nero” ed una bottiglietta di aceto balsamico. Delizioso il formaggio, molto gustoso ed aromatico, anche se io purtroppo sono scadente e non mi intendo di parmigiani. Comunque, noi introitiamo impavidi, con l’aiuto di panettini messi in pacchetti di carta nocciola arrotolata, con cui si acquista il pane dal panettiere.
Essendo terminate le frittelle di baccalà, arriva un mega antipasto costituito da un piattone ovoidale stracolmo di cozze al vapore, mi sembra con un goccio di olio e qualche puntina di prezzemolo. Eccellenti, abbondantissime, con una spruzzatina di limone a piacere ogni tanto... e poi quando uno mi dice che le ha appena comperate, mi piacciono ancora di più. La Luisa scarpetta anzichenò, ma, dico la verità, facciamo quasi fatica in quattro a finirle, da tante che ce n’erano.
Incontri ravvicinati di GustaModena: quando siamo arrivati c’era lì Ema che finiva di mangiare il suo piatto, e anche con cui non mi ero mai incontrato prima, ho avuto piacere; poco dopo ci ha salutati. All’inizio dell’antipasto è arrivata la Patty, che è stata con noi a bere per un po’. Anche il Fritt ogni tanto si fermava lì a chiacchierare e a sbevazzare con noi. Dulcis in fundo, ci incrocia Aratos che passava dalla piazza e così ho avuto piacere di conoscere anche lui.
Sono anche contento che ci sia stato l’incontro ravvicinato tra lo Zio e Gi e sono contento che siamo stati insieme a mangiare e a parlare.
Nonostante la promessa di un lambrusco, il cameriere Fritt, evidentemente considerando il pesce in tavola, nell’attesa degli spaghetti con le vongole (anche queste fresche di mercato), ci porta una bottiglia di Maculàn, bianco IGT da 12,5° di Breganze, provincia de Vicensa. Riesco a sentire nitidamente lo zio che così commenta: “Mmmmm... giallo paglierino con riflessi verdolini, profumo intenso di frutta matura, sentori di lievito e crosta di pane... “ Credetemi, anche se lui si schernisce, se non era così poco ci mancava...
Tra Verona e Vicenza ci sono vecchie ruggini di vicinato, come spesso avviene per città vicine, ma devo dire che questo bianco, leggermente mosso e ben salinato, per me era meglio del Soave.
Ottimi anche gli spaghetti con le vongole, cotti alla perfezione, leggermente mantecati, forse in seguito alla saltatura e all’aggiunta di un filo di pomodoro (avevano anche un colore leggerissimamente giallino), ma non ci giurerei.
Devo osservare, a voler essere proprio fin fin, che non ci sono stati portati i piatti per depositare le conchiglie con gli spaghetti alle vongole e che, al termine, non ci stava male un fazzolettino al limone per pulirsi le mani. Posso dire anche un’altra cosa? Massivalà, machissenefrega!
Il sito la fa da padrone nei nostri dialoghi, e tra una chiacchiera e l’altra arriviamo al dessert, che lasciamo organizzare a Marcello e consorte. Arrivano dunque diversi piattini, che ci dividiamo, con dentro:
- un pasticcio di cioccolata e mandorle, credo
- una zuppa inglese
- un gelato alla crema... pasticcera forse, con sopra... mah... io ero cotto... panna forse... o crema pasticcera?
- dei tronchetti di una specie di Natalino, che però non saprei meglio descrivere... aiutooooooo! C’era dell’altro?
Integrate per favore...
Buoni comunque i dolci, non stratosferici, ma buoni.
Quindi, mentre contavamo i soldi da portare a Soave, arrivano tre caffè per i miei commensali e poi un nocino Benincasa di Maranello (buonissimo per me), con bottiglia lasciata sul tavolo. Infine una grappa di Refosco Spirit Furlan, proveniente da Spilimbergo (non l’ho bevuta).
Il conto è stato di 15 euro. Imbarazzante.
Si tratta di un locale tipico da quattro cappelli (la media di GustaModena è proprio da quattro cappelli circa), cucina semplice, molto buona, piatti abbondanti, vini non particolarmente pregiati (almeno quelli che abbiamo bevuto noi), servizio gentile e alla buona.
Tuttavia, anche in questo caso, sono portato a spostare la lancetta verso il massimo per tre motivi: un’ambientazione esterna davvero invidiabile, un conto veramente bassissimo (Marcello ce l’ha fatto così per noi? Non lo so) e la disponibilità dell’oste ad offrire gratuitamente due pranzi a chi ha vinto la lotteria per raccogliere fondi a favore della famiglia di Soave.
Lo dico chiaro: a parità di qualità (perché non mi piace mangiare topi morti), scelgo senz’altro chi, come Fritt o come Mongi o come Coste l’anno scorso, ha dato questa disponibilità.
Grazie ancora per l’ottima compagnia a Gi, Reginalulu e Zio, e agli altri che abbiamo incrociato, è stata una splendida, calda, prima, vera giornata di primavera
Imperdibile!!!
[Reginalulu]
31/03/2011
Per quanto riguarda il cibo e l'ambiente sono con te al 100% e anche per l'estrema gentilezza e il senso etico di Frittella, che si è reso così disponibile per la nostra causa.
La compagnia e il sole hanno fatto il resto
Per la scarpetta mi sono decisamente contenuta, perchè non mi sembrava carino (in presenza di ema o della Selvaggia mi si è visto far fuori anche 4/5 panini).
Ai dolci che hai menzionato aggiungo uno splendido tortino di castagne, caldo, in salsa di zabaione (credo)....uno spettacolo di sapori.
E' stata una vera soddisfazione per me consegnarti il denaro raccolto, quella soddisfazione che mi accompagna sempre quando porto a termine qualcosa che mi sono proposta e per cui mi sono spesa.
Ringrazio nuovamente te, e tutti quelli che ci hanno aiutato.
Continuo a pensare che da soli non si può nulla, nemmeno la gioia di donare, si proverebbe!!!
P.s.: zio è diventato intenditore e buonista missione compiuta!