Torniamo alla Vecchia Lira - e siamo in tre, c’è anche l’Elisa con mia moglie - perché è un posto dove la qualità si sposa bene col prezzo basso, cioè dove si mangia bene spendendo poco.
Stavolta, a differenza delle precedenti, andiamo dentro, perché fuori comincia a far frescolino. Il locale è abbastanza ordinario, niente di particolarmente attraente, muri bianchi, qualche quadro banale, de gustibus… Bagno pulito e decoroso, ma c’è l’aria dell’asciugamani che non funziona. Simpatico e disponibile il cameriere che mi accoglie, penso che sia anche il proprietario. Purtroppo, all’ingresso, spicca un Grosso simbolo dell’Hellas Verona, ma di perfetto non c’è nessuno…
Io vado lì sempre con l’intenzione di provare qualcosa di nuovo (e stavolta volevo provare i secondi), ma poi vengo irretito dai desideri di mia moglie, che vuole sempre pizza. Quindi ordiniamo una 40 cm. “Sorrento”, con pommarola, mozzarella, pomodori freschi, basilico e origano.
Come la volta prima la pizza non è però da 40 cm., stavolta è lunga circa 58 cm., misura effettuata con la mia spanna bionica (sull’esempio di altri predecessori-misuratori di questo sito ), cioè una sberla enorme, e larga circa 30 cm., sempre a prova di spanna. Comunque molto simile alla sberla mangiata la prima volta che siamo venuti qui.
Non ho portato con me il calibro , ma penso sia sufficiente riportare che alla fine abbiamo mangiato a sufficienza in tre, ed è anche rimasto lì qualche pezzetto di bordo non condito. La volta prima avevamo mangiato in due, si vede che avevamo più fame, stavolta la stanchezza prevale (è il motivo dell'uscita) e anche il silenzio.
Da bere, due birre scure Forst Sixtus da 0,25, per me e la Marta, mentre l’Elisa va con una mezza minerale liscia.
Eccellente, come le altre volte, la pizza. Bordo alto e soffice, materia buona e fresca e abbondante, bruciaturine limitatissime. Solo qualche parte di bordo era eccessivamente larga senza il condimento.
Superiore anche la birra Sixtus, a doppio malto. Il segno degli 0,25 cl. era superato di un cm., misurato stavolta “a ocio”, quindi “a naso” sarà stata almeno 0,30 cl. Probabilmente questa birra prende il nome da S.Sixtus, titolare dell’abbazia di Westvleteren, ma è solo una mia supposizione, perché sono ancora contagiato dalla bontà delle birre belghe. E’ scura, a doppio malto, bella schiuma consistente, potrebbe fare 6-7 gradi, cioè dello stesso valore alcolico di molte birre belghe. Quasi caramellata, sa di malto, ottima veramente, grande birra, servita leggermente fresca come piace a me (cioè non ghiacciata, come molti la danno, facendo perdere parecchio del gusto e dell’aroma). La Marta non rinuncia ad un cannolo siciliano come dessert e anch’io ne assaggio un po’, perché non è proprio piccolo: anche questo è sempre super buonissimo, delicato, fresco, fatto da loro, come risulterebbe scritto sul menu, ripieno di ricotta" target="_blank" title="gustapedia: ricotta">ricotta e pistacchi" target="_blank" title="gustapedia: pistacchi">pistacchi, e ricoperto di croccantini di nocciole" target="_blank" title="gustapedia: nocciole">nocciole.
Conto di 26,60 euro in tre. Posso riconfermare, attraverso sistemi di misurazione corporea, di gusto e di tatto (tatto anche al portafoglio), l’ottimo rapporto qualità-prezzo.
Consigliatissimo!!
[7bis]
02/11/2012
Chi altro è iscritto a questa confraternita???
Dalle tue recensioni, pare che a Verona e dintorni si riesca a mangiar fuori ancora con prezzi onesti e buona qualità.