Come potevo non approfittare anche questa volta delle ottime indicazioni degli amici di GustaModena? Certo il posto non è comodo da raggiungere, ma se si è in buona compagnia e si vuole fare anche una breve gita nel nord delle stradine basse, degli argini verdi e dei paesaggi di una volta, allora è il posto giusto.
Naturalmente i miei ricordi di gioventù si sposano con i profumi del mare e i profili della costiera amalfitana, eppure la pianura padana, con la sua storia e le sue tradizioni, ha sempre esercitato sulla mia fantasia e il mio desiderio di avvicinarmi al sentire altrui, un grande fascino.
La vita nelle campagne del nord, con i suoi caratteristici casali, gli stenti del duro lavoro e la poesia dei suoi grandi fiumi, ha fatto irruzione nella mia prima gioventù con opere come “il Mulino del Po”, nella sua splendida ed indimenticabile versione televisiva. Poi al cinema con Â?900 di Bertolucci e il grande Ermanno Olmi, grazie al suo straordinario “Albero degli zoccoli”, un amore e un interesse rinnovato dal recente “Cento chiodi”, un'opera che mi ha molto commosso.
Con il calare della sera, catturati dal suo mistero, è facile guardare gli argini del Secchia con lo stesso sguardo, e le stesse emozioni, di chi ne riconosce le ombre viaggiando attraverso i propori ricordi.
E se è così che si giunge alla Trattoria Secchia di Concordia, allora non potrete che apprezzarne ancor più l'accoglienza e la qualità , aspetti che si impongono già a prima vista appena entrati.
L'ambiente sposa in giusta misura eleganza e tradizione, con legno e perlinato a ricordarci che il nome Trattoria è ben meritato, e le candide tovaglie e i tavoli spaziosi a sottolineare la cura nella qualità del servizio.
Un terzo elemento, inatteso quanto gradito, ci colpisce: la passione per il buon vino. In ogni angolo, bottiglie di ogni tipo completano l'arredo caldo ed accogliente del locale, suddiviso in tre distinti ambienti di varia grandezza.
Eravamo in sei, ma quando si va fuori a cena con un cognato come Marco1960, allora il suo entusiasmo firmato "duracell" e la comune gioia di vivere scorrono a fiumi, e se non ci si limita, si corre il rischio di scoprirsi amici di tutti gli avventori, uno per uno,tavolo per tavolo!
Intanto veniamo subito accolti dal delizioso sorriso di una delle belle ragazze incaricate del servizio, che viene attratta dal reggiborsa da tavolo di mia moglie: un funzionale e leggero gancio metallico, che termina con un appoggio al tavolo che prende le sembianze di una coloratissima coccinella.
Con queste premesse, non ci è voluto molto che uno dei due titolari, Fabrizio Ribaldini, con la sua naturale propensione a familiarizzare e a mettere i clienti a proporio agio, si fermasse spesso al nostro tavolo a parlare di vini e ricette, un'attenzione che è culminata con la gradita visita guidata della fornitissima cantina, ricca di bottiglie di pregio.
Con questi presupposti è stato giocoforza affidarsi ai consigli di Fabrizio Ribaldini, che ha proposto di partire con una serie di assaggi di antipasti: unica condizione preliminare, strappata ai miei commensali su mia richiesta, di evitare il salume.
Ed ecco comparire sul nostro tavolo, in bella presentazione e tutti squisiti, gli assaggi di antipasti che elenco per comodità di lettura:
1. Polenta fritta con lardo
2. Crostini di foie gras
3. Crostiini con petto d'anatra
4. Tortini di zucca
5. Culatello con gnocco fritto
6. Carpaccio di angus con parmigiano e aceto balsamico
Accompagnamo gli antipasti con un rosè Franciacorta “Vecchia Fratta”, cantina che prende il nome dal rione Fratta di Monticelli Brusati (BS). Uno spumante che nasce da una selezione di 70% chardonnay e 30% Pinot Nero, e del quale sino ad ora avevo solo sentito parlare.
Servito e tenuto fresco, è risultato molto gradevole, fragrante con una persistente e piacevole vinosità . Come in precedenti resoconti, a beneficio di chi legge, lascio che sia il produttore a descrivere le sue caratteristiche organolettiche: “Il colore è un rosato che tende al ramato, il perlage è fine, il profumo dà note di mela rossa, pesca e fetta biscottata. In bocca una piacevole freschezza acidica e una decisa persistenza”. Posso solo aggiungere che una bottiglia non è bastata…
A questo punto passaggio obbligato ai primi, troppo invitanti nella descrizione per essere bypassati a favore dei secondi, che già a questo punto apparivano una meta davvero lontana
Abbiamo così ordinato un tris di primi:
1. Tortelloni di zucca con burro e salvia : preparati secondo la tradizione mantovana con zucca, parmigiano, noce moscata e mostarda, hanno evidenziato un buon equilibrio tra dolce e salato, grazie anche alla mostrada di produzione propria, non stucchevole.
2. Tortelli bianchi ai funghi con salsiccia: piatto dai gusti decisi, come suggeriscono gli ingredienti, che arricchito con ottimo parmigiano grattugiato è stato il mio preferito.
3. Bigoli con guanciale e aceto balsamico: anche qui l'abbinamento è risultato piuttosto apprezzato, anche se forse avremmo gradito solo un accenno di panna, sebbene quella presente, debbo confessare, non coprisse i gusti dichiarati.
Qualcuno era rimasto incuriosito, mentre Fabrizio Ribaldini proponeva i suoi primi, dai maccheroncini con sugo di somarino, e così ne abbiamo ordinato un assaggio, apprezzato dai maschietti nonostante le delicate proteste delle signore al tavolo.
Qualcuno aveva anche desiderio di bere del rosso fermo, e così abbiamo lasciato fare al titolare, che ci ha portato un rosso toscano, cantina Frescobaldi, che tanto sarebbe piaciuto all'amico Kava
A questo punto sarebbe stato improponibile affrontare i secondi, anche se ho comunque l'impressione che non dovranno attendere molto una nostra seconda visita nella bassa!
Abbiamo così ripiegato, si fa per dire, su un tagliere con assaggi di ottimi formaggi misti, accompagnati dalla famosa mostarda già citata, che ci ha permesso di ripercorrere i gusti già descritti da bicio in una sua precedente recensione: il “mimolette” dal caratteristico colore giallo, e lo Stilton bleu, presentato anche nella versione gialla.
Lo Stilton è uno dei pochi formaggi tradizionali britannici a poter usufruire dallo status di “ Denominazione d'Origine Protetta “ della Commissione Europea. Solo i formaggi prodotti nelle tre regioni del Derbyshire, Leicestershire e Nottinghamshire, preparati seguendo alcune precise regole (per esempio: avere la tradizionale forma cilindrica e l'involucro esterno formatosi naturalmente) possono essere chiamati Stilton.
Due diversi tipi di robiola e formaggio di fossa completavano la degustazione in portata unica, decisamente gustosa.
Approfttando della fornitissima carta dei vini con più di 500 etichette, abbiamo toccato il culmine dei piaceri del gusto ordinando una bottiglia di Gewurtztraminer alsaziano Gerard Neumeyer, e qui cito quanto ha scritto il buon gi in una sua precedentre recensione: "... spettacolare ... annusando il bicchiere, sembrava di mettere il naso in una fioriera ..."
Straordinario prodotto della tradizione vinicola Alsaziana (ecco perché la regione è stata più volte oggetto di contesa tra Francia e Germania!! ) è universalmente conosciuto per le sue straordinarie caratteristiche aromatiche. Ideale per accompagnare i formaggi dal gusto forte presenti sul tagliere, ma anche i dolci, dei quali abbiamo cercato di fare a meno…
A questo punto, probabilmente incuriosito dagli innumerovoli commenti positivi che affidavamo alle tre (due davvero giovanissime) graziose e gentili ragazze incaricate del servizio, ha fatto la propria comparsa lo chef Samuele Grandi, altro titolare della trattoria che, in alternativa ai dessert in menù, ci ha consigliato del cioccolato fondente, ottimo accostamento per il Gewurtztraminer, portando al tavolo uno spettacolare pezzo di cioccolato fondente, con quadrati degni delle pietre murarie delle fortezze dei gonzaga e degli estensi (ormai l'alcool si faceva sentire ) parzialmente tagliato a scaglie, a cui ha accostato una torta sbrisolona di consistenza più arrendevole di quella tradizionale mantovana, anch'essa ottima.
Anche lo squisito e competente Fabrizio non ha voluto essere escluso da questo sprint finale, sommandosi a Samuele e servendo uno Sherry Pedro Ximenez del 1971, per il quale davvero non ho parole.
Sono certo che la nostra comunicativa presenza, abbia creato un particolare feeling con i titolari, che con passione e competenza hanno accompagnato nel migliore dei modi il nostro viaggio gastronomico anche nel conto finale: 30 euro a testa.
Per il servizio sensibile ed attento delle ragazze, la cortesia mai invadente dei titolari, e la qualità del cibo, non posso che assegnare il massimo dei voti.
Imperdibile!!!
[Piggo]
19/10/2008