Conosco questo locale da qualche anno, da quando seguivo alcuni clienti nella zona di Langhirano.
L'occasione di oggi è un pranzo di lavoro con un'importante delegazione di medici e operatori organizzato dalla bella Solange (lei si modenese), che prenota per 9 persone verso l'una.
Il Granaio si trova in una costruzione rossa sul ciglio della camionale per La Spezia (siamo in zona Collecchio.)
Ha un discreto parcheggio di fronte all'ingresso per cui risulta comodo anche per un primo al volo tornando verso Parma (fanno anche il menù di lavoro). La costante del posto è l'immancabile fila alla cassa e all'ingresso e il servizio più veloce e premuroso che abbia mai visto (i camerieri qui letteralmente corrono).
Noi veniamo fatti accomodare nella sala ristorante, raccolta e in stile montanaro con grande caminetto e travoni di rovere scuro.
Siamo accolti e serviti dal patron Nino, pugliese verace e alquanto pittoresco, che si presenta vestito con giacca multicolore, mocassino bianco e marrone e foulard indaco all'occhiello. Risulterà a tutti immediatamente simpatico e inequivocabilmente dotato di una vena frivola da dandy di mezza età. Terrà banco (con misura ) per tutto il pranzo.
Il tavolo è già apparecchiato e a darci il benvenuto un grande vassoio con insalata di gamberetti che è abbastanza buono ma tutto sommato incongruo rispetto a quello che ci verrà servito di lì a poco. Apprezziamo comunque l'elegante accoglienza.
Da bere optiamo per un verace lambrusco di zona, cioè due bottiglie (che diventeranno cinque) di Ceci riserva con un nome che non ricordo; vino che non amo, ma se non altro è freddo. Acqua a volontè.
Da mangiare ci pensa l'oste, che da ottima tradizione dauna inizia a riempire il tavolo di gustosi antipasti (per me il vero plus del locale) tra cui: nodini di mozzarella, prosciutto crudo (in zona c'è di meglio, ma buono), broccoletti all'olio (speciali), pisellini con pancetta, spadellata di verdure miste, zucchine fritte e croccchette di patate al parmigiano (quest'ultime mondiali ). C'era ancora qualcosa che al momento non ricordo…il ritmo delle portate è stato davvero incalzante.
Appena il tempo di riprendere fiato ed ecco il tris di primi: mezze maniche al pomodoro (salsa ottima, pasta leggermente scotta), gnocchetti panna e formaggi su cui ho poco da dire e ottimi tortelli di erbette. Il clima a tavola è molto piacevole e i nostri ospiti veronesi sono positivamente impressionati dalla martellante carrellata di piatti in stile emiliano e sembrano apprezzare particolarmente il lambrusco (soprattutto il primario..).
Di secondo non se ne parla nemmeno, siamo abbastanza provati. Ma accettiamo di buon grado i dolci che, come è successo per gli antipasti, arrivano a raffica e in abbondanza: crema al mascarpone con fragole da urlo (finiremo col litigarcela) una notevolissima crostata di prugne e due enormi piatti di frutta caramellata al forno con agrumi, originale e gustosissima. Caffè e bottiglie di Bargnolino e Nocino lasciate al tavolo per ammazzare il tutto.
Il conto è stato di € 26 a testa, di certo meritati per la varietà di piatti assaggiati e il servizio esilarante del patron Nino.
Un pranzo di lavoro riuscito in pieno e non è sempre facile.
Il locale merita sicuramente una visita non fosse che fanno anche la pizza. Ma quando torno al Granaio è più che altro per la magnifica carrellata di antipasti (mia vera passione). Sarebbero 3 cappelli per via dell'odioso lambrusco Ceci (non si può sempre scegliere!), per il fatto che non si è mangiato il secondo e per due primi su tre un po'anonimi, ma ne do 4 per il trattamento da "buon ricordo". Provatelo!
Consigliatissimo!!
[Frittella]
16/02/2009
Bella recensione.
Non farò la strada apposta, ma se dovessi capitare in zona mi fermerò
Concordo sull'odioso ceci e su quasi tutti i frizzanti parmensi e reggiani.